I segreti che si celano nella profondità delle acque del lago di Como. Alla ricerca dei suoi misteri nascosti sul fondo.
Qualcuno ricorderà ancora le parole di Manzoni “Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi...” Lo scrittore descrive il ramo di Lecco del lago, una delle tre sezioni che lo compongono, insieme a quella di Como, da cui prende il nome, e quella di Gera, nell’estremo nord del bacino.

Oggi il lago fa parte delle province di Como e di Lecco, ma molte sono i borghi e i paesi che punteggiano le sue verdi e ripide coste. È un lago di origine fluvio-glaciale, giudicato una dei più belli d’Italia è certamente il più profondo, toccando una depressione massima di 418 metri. Proprio nelle acque profonde si nascondono misteri e relitti.
Cosa si nasconde nella profondità del lago
Proprio per la sua conformazione tra montagne scoscese, il lago è costeggiato da strade tortuose che a volte si specchiano direttamente nelle acque sottostanti. Forse è per questo che sui fondali del bacino si trovano carcasse di auto e moto, finite chissà come laggiù.

Ad esempio un’autobotte con il suo carico, risalente agli anni Settanta, finita nel lago nel 1984. Ma i veicoli che sono nei fondali del lago sono diversi: moto, camion, furgoni e nei pressi di Moregallo decine di carcasse di auto, una vera e propria autodemolizione sommersa, frutto probabilmente di una passata scarsa attenzione ecologica. Ma sul fondo del lago non si trovano solo veicoli civili a due o quattro ruote, non sono pochi i residui militari della Seconda Guerra Mondiale.
Automezzi di vario genere, blindati, camion, persino degli idrovolanti (velivoli adatto a effettuare decolli e ammaraggi sulle superfici d’acqua) fatti affondare durante il conflitto. Non mancano gli ordigni inesplosi, sganciati durante i bombardamenti aerei delle zone circostanti. Da ricordare poi i relitti delle imbarcazioni affondate nel tempo.
Ad esempio una gondola lariana (imbarcazione storica a vela), lunga 10 metri, usata per i trasporti di materiale da costruzione, affondata con il suo carico di sabbia. Oppure la barca a vela Sandra, colata a picco agli inizi del Novecento. Più recente l’affondamento del cabinato Araquana, che risale agli Ottanta.
Tutti questi relitti si trovano a profondità diverse: da pochi metri per le carcasse di auto, a decine e decine di metri per le imbarcazioni. E chissà quanto altro si nasconde nelle acque tranquille di questo lago tra le montagne. Probabilmente molto più di quanto immaginiamo.