Questa è la città fantasma più grande d’Italia: destino amaro, cosa spazzò via tutto

La città fantasma, l’evento che cambiò la storia di questa località incredibile. Vediamo che cosa è successo.

C’era una volta. Così iniziano le favole, quelle con il lieto fine. Purtroppo in questo caso occorre aggiungere anche “e ora non c’è più”, per un finale non certo sereno. Ma ci che cosa si tratta? Una città fantasma, una località abbandonata dai suoi abitanti e svuotata di ogni attività.

città fantasma Consonno
Questa è la città fantasma più grande d’Italia: destino amaro, cosa spazzò via tutto – Leccomilano.it

Queste situazioni non sono così rare, capita a volte che una località un tempo fiorente sia abbandonata e dimenticata, rimanendo solo una traccia su una mappa topografica. In passato le cause erano legate a trasformazioni dell’economia del posto o a mutazioni del clima. Oggi spesso località e paesini si svuotano a causa dell’andamento demografico. Vediamo cosa è successo in questo caso.

La città fantasma di Consonno, i dettagli della vicenda

Ci troviamo nel territorio comunale di Olginate, in provincia di Lecco, precisamente nella frazione di Consonno nell’estremo lembo meridionale delle Prealpi lombarde. La località si trova a oltre 600 metri sul livello del mare, in una zona a rischio idrogeologico ed è conosciuta appunto come la città fantasma di Consonno.

Il toponimo Consonno è citato in documenti risalenti al XI secolo, con una storia risalente al Medioevo. Un borgo montano come tanti che lentamente dopo una lunga vita amministrativa autonoma, fu aggregato al comune di Olginate. Il paese sempre più spopolato continuava però a vivere, almeno fino agli Cinquanta del XX secolo grazie alle sue attività artigianali e all’agricoltura.

Consonno panorama centro divertimento
La città fantasma, i dettagli della vicenda – leccomilano.it

Negli anni Sessanta l’arrivo dell’eccentrico imprenditore Mario Bagno parve cambiare il destino di Consonno. Volle trasformate l’antico borgo in una città dei balocchi. L’impresa Bagno divenne proprietaria dell’intero territorio, costruì una strada che collegava il paese a Olginate. Tutti gli edifici della località furono abbattuti (con l’eccezione della chiesa, della canonica e del vecchio cimitero) e le case degli abitanti ricostruite.

L’imprenditore edificò ristoranti, una balera, alberghi, un castello in stile medievale e un minareto. A queste particolari costruzioni si aggiunsero attrezzature e campi sportivi, un luna-park e un giardino zoologico. Consonno divenne nel giro di poco tempo un centro di divertimenti che avrebbe accolto migliaia di ospiti. Ma non solo, sorsero anche attività commerciali, addirittura era in progetto la costruzione di un autodromo.

Consonno doveva diventare una Las Vegas della Brianza. Ma le cose andarono diversamente, i lavori non avevano tenuto conto dei rischi idrogeologici. Nel 1966 una frana invase la strada che collegava la città dei balocchi con Olginate. Il problema fu risolto, ma segnò un’inversione di tendenza. Da quel momento i visitatori iniziarono a diminuire. A metà degli Settanta una nuova frana blocco ancora la strada e decretò la fine della città dei balocchi.

I tentativi di Mario Bagno di rivitalizzare Consonno fallirono e anche gli ultimi abitanti abbandonarono il paese. Oggi Consonno è in stato di abbandono e degrado, molti edifici pericolanti e vandalizzati. Il colpo di grazie fu un enorme rave party nel 2007. Oggi nella località si tengono alcuni eventi ed è possibile visitare quel che resta del paese. Ma la città dei balocchi è ormai mutata in una città fantasmi.

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